Gonzaga di Guastalla, Ottavio
Italiaans veldheer in de Nederlanden
1543 - april 1583
Biografie
Ottavio Gonzaga, nato nel 1543 da Ferrante e da Isabella di Capua, all'età di
cinque anni fu inviato presso la corte di Spagna insieme con il fratello Ercole
perché facesse da paggio a Don Carlos. Nella casa di Don Carlos, già nel 1559,
Ottavio entrò in contatto con altri due giovani che avrebbero segnato il
Cinquecento europeo: don Giovanni d'Austria e Alessandro Farnese (nati
rispettivamente nel 1547 e nel 1545). Posto dopo la morte di Ferrante (1557)
sotto la protezione del cardinale Ercole, Ottavio trascorse in Italia gli anni
tra il 1561 e il 1565: nel maggio 1561 accompagnò la cognata Camilla Borromeo da
Mantova a Roma, dove avrebbe incontrato Pio IV (suo zio) e il marito Cesare
Gonzaga (fratello di Ottavio); nel 1562 fu coinvolto in una contesa con Giovanni
Maria Gonzaga che ebbe molta risonanza nelle corrispondenze e in un Manifesto
a stampa; nel 1565, sposò senza l'approvazione della sua famiglia Isabella da
Correggio (morta pochi anni dopo). In quello stesso anno, Ottavio intraprese la
carriera militare nelle modalità consuete per i giovani aristocratici italiani:
come "venturiere", cioè a proprie spese e senza un formale incarico di ufficiale,
partecipò al soccorso di Malta assediata dai Turchi. Quindi, rientrato in Spagna,
nel 1567 accompagnò il duca d'Alba nelle Fiandre: ne conquistò rapidamente la
fiducia se già nel 1569 gli era affidata una missione in Francia per offrire a
Caterina de' Medici l'aiuto spagnolo contro gli ugonotti. Al rientro nelle
Fiandre, Ottavio ebbe il suo primo grado di comando stipendiato, una compagnia
di cavalleggeri, con la quale combatté nell'Hainault e in Frisia. Gli incarichi
di corte, nondimeno, continuavano: nel 1570 accompagnò in Spagna Anna d'Austria,
che andava in sposa a Filippo II. Nel 1571 e nel 1572, di nuovo come "venturiere"
ed a fianco di don Giovanni d'Austria, partecipò alle due campagne navali della
lega contro i Turchi. Combatté a Lepanto e contribuì alle sfortunate operazioni
contro Navarino. La sua condotta fu molto apprezzata alla corte di Filippo II:
nel 1573 fu infatti nominato colonnello di 3.000 fanti italiani e membro del
consiglio di guerra di don Giovanni d'Austria. Riuscì ad arruolarne 800 e
partecipò nell'autunno dello stesso anno alla spedizione militare contro i regni
musulmani del Nord-Africa. Da questo momento, i suoi legami con don Giovanni
d'Austria si fecero ancora più stretti. Dopo aver sposata nel 1575 in seconde
nozze Camilla Medici, nipote del defunto papa Pio IV, accompagnò don Giovanni in
alcune importanti visite in Italia (a L'Aquila, presso Margherita d'Austria, e a
Parma, presso Alessandro Farnese). Quindi, dopo il ritorno in Spagna e la nomina
a membro del Consiglio segreto di Milano, Ottavio fu incaricato di scortare il
viaggio in incognito di don Giovanni (travestito da servitore moro) verso le
Fiandre. Membro del consiglio del nuovo governatore generale, Ottavio seguì
l'evoluzione della complessa situazione politico-militare dei Paesi bassi da una
posizione di osservazione privilegiata e ne diede informazioni in Italia al duca
di Mantova e ad Ottavio ed Alessandro Farnese. Dopo la morte di don Giovanni
d'Austria (I ott. 1578) proprio il principe di Parma venne nominato governatore
generale dei Paesi Bassi spagnoli: Ottavio, che aveva ricevuto l'alto grado di
capitano generale della cavalleria, partecipò alle operazioni militari fino alla
pace di Arras (che prevedeva l'uscita dai Paesi Bassi delle truppe straniere).
Quindi, ebbe ordine di condurre truppe spagnole e italiane fuori dal teatro di
guerra, trasferendole in Italia. Fu il suo ultimo incarico militare: dopo un
breve soggiorno in Spagna a nel 1580 e nel 1581, anno che vide la pubblicazione
a Barcellona di una sua "Vida" in castigliano e in versi ad opera di Francesco
Balbi, rientrò in Italia e prese dimora a Milano (dove fu attivo come membro del
Consiglio segreto). Qui morì nell'aprile 1583.
Ottavio tenne un nutrito epistolario, di cui in questa occasione sono pubblicate
120 lettere in italiano. Tra i destinatari si segnalano - tra gli altri - il
cardinale Ercole Gonzaga, il duca di Mantova, il duca di Urbino, i citati
Ottavio ed Alessandro Farnese. Gli argomenti trattati riguardano spesso gli
oneri del mantenimento della condizione aristocratica in un quadro così
movimentato come quello messo in luce. Ma non si trattava solo di lettere "cortigiane".
Ottavio era pienamente inserito, al più alto livello, nel circuito
dell'informazione politica ed era in grado di formulare giudizi e previsioni per
i suoi interlocutori: ad esempio, il 2 gennaio 1570, negli stessi giorni in cui
a Roma si festeggiava "con pompa solenne" l'arrivo degli stendardi sottratti ai
protestanti francesi alla battaglia di Moncontour, "strascinati per terra nel
fango in sprezzo delli Ugonotti" (Avvisi di Roma del 7 gen. 1570, in Bib. Ap.
Vat., Urb. lat. 1041, p. I, f. 212r), egli diede per sicura l'imminente
conclusione della pace tra la Corona di Francia e i protestanti (poi stipulata
l'8 agosto 1570 a Saint-Germain). Altresì, le sue lettere sulla situazione delle
Fiandre lo mostrano bene in grado di giudicare gli esigui margini di una
possibile opera di pacificazione del paese, prima che la parola sia nuovamente
data alle armi. Da Namur, nell'agosto 1577, Ottavio scriveva al duca di Mantova
che sebbene ancora duravano le trattative con gli Stati generali non si ha però
speranza di niuna buona conclusione perché si conosce chiaramente che trattano
ogni cosa con cautela et si sa che frattanto si proveggono di gente et di tutti
gli apparati che possono per la guerra (p. 149).
Literatuur
Ottavio Gonzaga ontbreekt in de Belgische en Nederlandse biografische
woordenboeken. Evenmin komt hij voor in het Dizionario
Biografico degli Italiani.
Giuseppe Bertini, Ottavio Gonzaga di Guastalla. La carriera di un cadetto al
servizio della monarchia spagnola (1543-1583), Guastalla: Biblioteca Maldotti,
2007 (173 p., [16] pp. di tav. : ill. ; 21 cm).
Plaatsingscode UB Leiden: in bewerking (recente schenking)
La monografia di Giuseppe Bertini ottiene un risultato ben maggiore di
colmare una lacuna (come l'A. stesso si proponeva di fare nella Premessa, a p.
9). Emergono infatti non pochi spunti non solo per la storia politico-militare,
ma anche per la storia della letteratura biografica, per la storia dell'arte (Ottavio
fece consegnare quadri ad Antonio Pérez da parte del duca di Mantova), persino
per la storia del viaggio (incuriosisce quello che in età moderna è un vero e
proprio "genere": il viaggio in incognito). Soprattutto, la traiettoria
esistenziale del cadetto Ottavio Gonzaga aggiunge elementi per ricostruire un
importante riflesso delle carriere delle armi contro Turchi ed eretici negli
eserciti della Monarquía del secondo Cinquecento: l'innesco cioè, in una
peculiare categoria di attori sociali (i giovani membri dell'aristocrazia
italiana), di processi di costruzione identitaria che si nutrivano innanzi tutto
di narrazione auto-biografica (le lettere, i memoriali) e di narrazione
biografica (le molte Vite dei nobili militari di quel periodo). La pubblicazione
del manoscritto "Liber relationum eorum quae gesta fuere in Belgio et alibi per
Serenissimum Principem Alexandrum Farnesium" (che l'A. ricorda a p. 37, nota
127) appare, da questo punto di vista, un'operazione editoriale non più
procrastinabile, che credo tutti gli studiosi debbano desiderare dallo stesso
Autore.
Vida del illustrissimo Señor Octavio Gonzaga, capitan general de la
cavalleria ligera del estado de Milan. Recogida por Francisco Balbi de Correggio.
- Barcelona, 1581.
Exemplaar in Biblioteca Nacional, Madrid.